E dopo le foto, una riflessione…
La sveglia mi strappa dal sonno, e appena sveglio penso di non farcela.
Invece, parto, pullman numero 18, 49 persone, parrocchia del Porto e di Loreto insieme.
Sono le 3:13, molta gente dorme, io invece penso.
Mi chiedo cosa spinga tutta questa gente, me compreso, a impegnarsi in questa sfacchinata, veramente impegnativa.
Molto credo dipenda da Papa Francesco, in cui si è ritrovata quella voglia di speranza di cui si aveva tanto bisogno.
Si ha necessità di qualcuno che gridi con fermezza ciò che rimane strozzato nelle nostre gole, forse per pura, codardia, o per semplice indifferenza.
Ma nel fondo delle coscienza di ogni uomo si agita la voglia di infinito, di certezza, di bontá, soprattutto, che la persona sia o meno credente.
E questo lo testimonia il successo che il Papa riscuote ovunque, anche al di là dell’innata simpatia che egli può suscitare.
Dopo la dovuta sosta mattutina, ci si appresta a percorrere l’ultimo tratto di strada, disagevole e trafficata.
L’alba sorprende, con la sua meraviglia di nuova luce, la sfilata di pullman in rigorosa processione, ê proprio il caso di dirlo.
Osservo i volti della gente, addormentata o meno, e cerco di carpire i loro pensieri, i loro perchè.
Siamo arrivati, Roma ci accoglie con la caotica processione di auto del traffico cittadino, inconsapevoli dei 51 pullman diretti in Piazza San Pietro.
Settebagni, Ponte Milvio, il Foro Italico, Castel Sant’Angelo, immutabili e immutevoli, ci sfilano accanto, e finalmente sbarchiamo!
Siamo subito in Via della Conciliazione, e in men che non si dica eccomi in prima fila, proprio dove passerà il Papa!
L’attesa è fremente, e quando finalmente arriva Papa Francesco, una cosa mi stupisce subito, il suo volto sereno, e la tranquillità che proviene da tutta la sua persona.
Mi passa vicinissimo, mi sorprende di essere arrivato qui, ma forse non è casuale.
E quando inizia a parlare, anche la voce è tranquilla, e scalda subito il cuore.
“Non siete mai soli”, questo mi rimane del suo discorso, e adesso attendo di assimilare bene le sue parole.
Ascolto il discorso in tutte le lingue, e mi accorgo che ci sono bandiere da quasi tutto il mondo, da tutti i continenti, e osservo le diverse etnie pensando alla forza della fede che motiva le persone.
È l’anno della fede, ed è importante vedere la sua forza espressa in oltre quarantamila pellegrini accomunati da uno stesso Spirito.
Ricevuta la benedizione, usciamo con ordine da Piazza San Pietro, e prendiamo il nostro tempo libero per mangiare e pensare.
Cammino in Via della Conciliazione e penso, appunto, alle parole del Santo Padre, a come esse entrano di prepotenze nella mia vita, a come, se fatte veramente mie, hanno una potenza di Vita enorme.
Anche il nostro Arcivescovo Piero Coccia, nella sua omelia della Santa Messa pomeridiana dirà la stessa cosa. Noi, oberati da preoccupazioni, angosce, problemi piccoli o grandi, abbiamo però nel Signore misericordioso la nostra forza, il nostro “avvocato, che mai ci abbandona.
Continuo a pensare, e a osservare le persone, anche mentre sono in ordinata fila per entrare in Basilica, sotto un caldissimo sole di Aprile.
La maestosità di San Pietro accoglie in un ideale abbraccio tutti i pellegrini, e appena entrato, quel senso di infinito che promana da ogni pietra smorza ogni pensiero, e aiuta a entrare in comunione con Dio.
Celebriamo la Santa Messa, un momento di comunione fraterna molto sentito.
Sono seduto in prima fila, e mi sorprendo a voltarmi a osservare la stupenda Basilica, luogo perfetto per questo momento di condivisione e di crescita nella fede.
È anche un’emozione vedere le tre Diocesi di Pesaro, Urbino e Fano, con i rispettivi Vescovi e molti sacerdoti celebrare a fianco delle tombe degli apostoli e martiri.
Terminata la funzione usciamo in ordinata fila, e ci apprestiamo al ritorno, meditando su quanto vissuto in questa splendida giornata, di profonda crescita spirituale.
Ringrazio tutta l’organizzazione, e cito a nome di tutti il mio parroco Don Giuseppe Fabbrini, e tutti coloro che si sono adoperati per farci vivere questa esperienza indimenticabile.
Guido Zonghetti
The alarm wakes me me up from sleep, I think I cannot do it.
Instead, I do, I take bus number 18, 49 people, of Porto and Loreto together.
It is 3:13 a.m., a lot of people are sleeping, I rather think.
I wonder what motivates these people, myself included, to engage in this difficult challenge
I think a lot depends on Papa Francesco, where we found the desire of hope that is much needed.
You need someone to cry with firmness what remains choked in our throats, perhaps for pure cowardice, or simple indifference.
But in the depths of every man’s conscience stirs the desire for the infinite, of certainty, of goodness, above all, that the person is a believer or not.
And this confirms the success that the Pope receives anywhere, even beyond the innate sympathy that he may arouse.
After the morning break due, there is going to walk the last stretch of road, bumpy and busy.
The dawn surprise with its wonder new light, the parade of coaches in strict procession, it is appropriate to say.
I watch the faces of the people, asleep or not, and try to steal their thoughts, their why.
We arrive and Rome welcomes us with the chaotic procession of car traffic, unaware of the 51 bus bound for St. Peter’s Square.
Settebagni, Milvian Bridge, the Foro Italico, Castel Sant’Angelo, immutable and unchanging, and finally landed!
We are now in Via della Conciliazione, and in less than no time I am in the front row, just where will come the Pope!
The wait is quivering, and when it finally arrives Papa Francesco, one thing amazes me now, his face serene and quiet that comes from his whole person.
I pass very close, I’m surprised to have arrived here, but perhaps it is not accidental.
And when he starts to talk, the voice is quiet, and just warms the heart.
“You are never alone”, that I have left of his speech, and now look forward to assimilate his words.
Listening to the speech in all languages, I realize that there are flags from almost all over the world, from all continents, and observe the different ethnic groups thinking about the power of faith that motivates people.
It is the year of the faith, and it is important to see its strength expressed in more than forty thousand pilgrims united by one Spirit.
Having received the blessing, we go out with order from St. Peter’s Square, and take our free time to eat and think.
Way in Via della Conciliazione and I think, in fact, the words of the Holy Father, how they come of bullying in my life, how, if done really mine, they have a huge power of Life.
Even our Archbishop Piero Coccia, in his homily at the Mass afternoon say the same thing. We are burdened with worries, anxieties, problems, small or large, however, but we have in our merciful God our strength, our “advocate”, who never abandons us.
I keep thinking about, and observe people, even while they are orderly line to enter the Basilica, under a hot sun of April.
The majesty of St. Peter welcomes you in an ideal embrace all the pilgrims, and just come in, that sense of infinity that emanates from every stone dampens every thought, and helps to enter into communion with God
We celebrate the Holy Mass, a time of fellowship deeply felt.
I’m sitting in the front row, and I find myself turning around to look at the beautiful Basilica and is perfect for this time of sharing and growth in faith.
It’s also a thrill to see the three dioceses of Pesaro, Urbino and Fano, with their respective bishops and many priests celebrate alongside the tombs of the apostles and martyrs.
If the function we go out in orderly ranks, and we are preparing to return meditating on what was experienced in this wonderful day of deep spiritual growth.
I thank the whole organization, and I quote on behalf of all my parish priest Don Giuseppe Fabbrini, and all those who have worked to make us live this unforgettable experience.
Guido Zonghetti
guido zonghetti 