IN TRENO SULLA FAENTINA


Esiste un modo per viaggiare veramente, senza l’assillo del tempo, della Freccia così rossa che può dare in escandescenze, per godersi il lento passare del tempo, mentre si attraversano paesaggi che si possono ammirare. E si vedono persone quasi uscite da un’altra epoca. Raggiungere Firenze non è solo affare di treni superveloci, ma è anche un’esperienza da non perdere, con il Minuetto sulla Faentina. Cos’è la Faentina? Cos’è il Minuetto? Di sicuro, non lo troverete facilmente perché non è contemplato nemmeno nel sito di Trenitalia, ma corre veloce di bocca in bocca come una freccia dall’arco scocca [cit.] E’ un ameno trenino, a nome Minuetto, che si inerpica per l’Appennino, a cavallo fra Emilia e Toscana, per portarvi a Firenze da Faenza con somma delizia per occhi , e fragrante poesia. Verde incontaminato in primavera/estate, bianco di candida neve in autunno/inverno, borghi che appaiono come incantati ad ogni curva, campagna florida e rigogliosa, e la sensazione di non essere divorati dal tempo. Quando si arriva si arriva. Certo, c’è un orario, ci sono fermate a piccolissime stazioni, dove un casellante uscito da vecchi film in bianco e nero aspetta il treno come uno spettacolo sempre bello  da vedere. “Sempre bello il treno, vero?”, si diceva in un film di Pozzetto. Vecchietti appollaiati su sedie di paglia salutano, e manca solo il fischio, poi sei nell’800. All’interno, aria di libertà, amicizia, chiacchiere, sonnellini, e l’architettura del treno che quasi sembra un cuore. Il cuore di chi le cose le vive con la voglia di non perderle. Non tornano più, Natura matrigna, direbbe il Sommo Poeta, ma non è solo questo. E’ voglia di riempirsi l’animo di bellezza, per tirarla fuori nei momenti tristi, quando la soverchiante realtà globale ci schiaccia nei suoi ingranaggi, perché noi non siamo fatti per essere un dente di ferro nella macchina del mondo. Ma, giunti a destinazione, si gira l’occhio, ed ecco la Realtà, sotto forma di alieni indaffarati a pigiare tasti su tasti. E sei arrivato. Sei a Firenze, come per dire in un qualunque posto di questo modo. Ma c’è ancora il viaggio di ritorno. Buongiorno Bellezza, non addio, anzi, a presto.

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