GATTINI SEDIE PERSONE A CASO


Il titolo, e di conseguenza la foto e l’articolo, mi è venuto in mente dopo aver letto di una discussione all’interno di uno di quei gruppi che spopolano sui mezzi sociali di comunicazione (sono italiano, non uso termini e parole di radice straniera). Il mezzo sociale di comunicazione è quello più famoso, e il gruppo è relativo ad utenti di una certo tipo di macchine fotografiche. La discussione verteva su di una fotografia a soggetto molto “forte” e “spinto”, e a seguito di alcuni commenti coloriti, una persona è stata allontanata  dal gruppo. E alla mia richiesta di spiegazioni, mi è stato risposto che lo stile del gruppo non era in linea con i commenti di quella persona. Ho accettato la risposta perché ho capito che continuare la discussione avrebbe significato essere allontanato dal gruppo a mia volta. Subito dopo, però, è apparso un articolo che invitava i “benpensanti e moralisti” a vedere un certo tipo di fotografie. Allora mi sono chiesto dove sia il confine fra lecito e illecito, chi sia arbitro e giudice della moralità o della immoralità, perché, in questi gruppi sul mondo virtuale una sola persona debba decidere per tutti. Proviamo a ribaltare la situazione nel mondo reale; siamo tra amici, nasce una discussione su un qualunque argomento, si è in disaccordo, una persona si alza e dice “tu esci da questo gruppo perché non mi piace quello che hai detto”; oppure, lo prende per la collottola e lo sbatte fuori. Succederebbe realmente? Tutti starebbero zitti? La persona si allontanerebbe senza protestare? Pensateci….condanniamo tanto l’apologia di questo o di quell’altro, parliamo tanto di populismo, e questi concetti sono applicati in modo rigoroso nel mondo virtuale. Qui nessuno è giudice se non se stessi, e questo limite da auto imporsi non è nemmeno compreso dai più. Bisogna anche comprendere, e anche questo sfugge, che la comunicazione fra persone avviene in maggior parte con gli occhi e i gesti e la voce, e solo in minima parte con le parole. Immaginarsi il tono di conversazioni sui quei mezzi che permettono di scambiare solamente parole scritte. Eppure si attribuisce a tali conversazioni un valore assai superiore al confronto verbale e fisico. Attenzione a superare il labile confine fra i due mondi separati, quello reale e quello virtuale; ma osservo sempre più come le “amicizie” in quello virtuale stiano prendendo largamente piede sulla vita di tutti i giorni. Il secondo appunto che vorrei fare è riguardo al contenuto della foto oggetto di discussione. E qui veniamo al titolo di questo articolo, perché sono state portate ad esempio in modo denigratorio fotografie di “gattini sedie persone a caso” (scritto così, senza punteggiatura, ma non voglio aprire il contenzioso dell’italiano sui mezzi sociali di comunicazione). La fotografia non è di valore perché mostra morti, nudi, violenza, sesso, droga, e quant’altro. Anche. Ci sono le foto di guerra, ci sono le foto di nudo, ci sono tante tipologie di fotografia. Ma possono esprimere qualcosa anche immagini di gattini, sedie, persone a caso (con la virgola). Ancora andiamo avanti con questo concetto “sciccoso radicale” della cultura e dell’intellighenzia, forzatamente virata verso una certa parte, che deve necessariamente essere di impatto e suscitare forti emozioni per essere degna di nota. D’altra parte, se ci fate caso, viviamo in un mondo dove non si vuole nascere, ma si pretende di morire nei tempi e nei modi desiderati. Ma qualcuno ha detto, e io ci credo, che per quanto ti affanni, non puoi allungare di un secondo la durata della tua vita. E adesso, allontanatemi pure da quel famoso gruppo; se qualcuno leggerà l’articolo probabilmente succederà, anche se io voglio ancora credere che ci sia la possibilità di esprimere le proprie opinioni. E sarebbe gravissimo essere censurati in un mondo virtuale per aver detto la verità su quello reale. A buon conto, questa è la mia foto di gattini, sedie, persone a caso…con le dovute virgole.

trittico

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